Non saremo mai soli. Con noi ci sarà il nostro alter ego
L’Egitto è sempre stato uno scrigno prolifico di ispirazioni per storie di tesori e misteri. Dalle avventure di Poirot sul Nilo, parliamo di un ambiente che non ha mai smesso di attrarre sceneggiatori, scrittori e creativi, in cerca di una nuova lettura del passato. Anche il mondo gaming ha calpestato la calda sabbia ai piedi delle piramidi. Dalla Germania vi portiamo l’esempio di Hourglass, titolo indie sviluppato dalla software house CyberWave, disponibile su Nintendo Switch. Si tratta di un puzzle game a livelli, decisamente lineare. La protagonista si chiama Aywa. Come apprendiamo dal breve filmato iniziale, è la figlia di uno stimato archeologo del quale, purtroppo, si sono perse le tracce. Non ci resta che indagare, ripercorrerne l’ultimo viaggio che, ovviamente, porta in Egitto.
In prima persona, Hourglass è un titolo squisitamente arcade nella grafica, con modelli poligonali non eccellenti. Tanto per cominciare non è subito immediato il riferimento agli antichi egizi. La natura che attraversiamo richiama situazioni sì calde, ma di latitudini più esotiche. Templi antichi, laghi e cascate: siamo sicuri che sia davvero l’Egitto che tutti si aspetterebbero? Nutriamo qualche dubbio, ma proseguiamo. Il videogioco è tutto sommato semplice e procede nella risoluzione di enigmi di cui, ben presto, si scopriranno le dinamiche.
Una volta entrati nei primi complessi, attivando meccanismi con semplici casse che tengono premuti gli interruttori sul pavimento, ci confrontiamo con una tecnologia che va ben al di là della pur riguardevole capacità di costruire piramidi (con migliaia di schiavi, ca va sans dire). Piattaforme che ci portano ai piani superiori e un sottofondo magico sono gli ingredienti scelti dagli sviluppatori per caratterizzare l’esperienza di Hourglass. L’aspetto su cui ruota il gameplay riguarda alcune porte particolari: una volta attraversate, infatti, la nostra protagonista genererà una propria copia temporale che potrà eseguire azioni necessarie per consentire alla vera Aywa di procedere nell’avventura.
Scaduto il tempo di questa macchina temporale, se avremo fatto bene i calcoli, basterà posizionarsi nel punto stabilito e assistere da spettatori al film del nostro alter ego che è lì, con un profilo azzurro luminoso, pronto ad aiutarci premendo l’interruttore giusto o spostando la cassa là dove serve. I primi enigmi sono davvero semplici e, a nostro avviso, il rischio ripetitività non è basso. Dipenderà dall’abilità nel gamer nell’indovinare i meccanismi e non farsi troppo tediare dalle medesime meccaniche di gioco.
A livello grafico abbiamo già detto che Hourglass non sorprende e mantiene una interpretazione molto libera dei panorami egiziani. Non affronteremo situazioni di pericolo, nè nemici pronti a farci la pelle. Per alcuni appassionati di puzzle game potrebbe essere il titolo da portarsi in valigia in vista delle imminenti vacanze. Anche se, dobbiamo ammetterlo, il prezzo sullo store non gioca affatto a suo favore.