In presenza e in diretta sui canali di StartupItalia dal Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia di Milano, l’assegnazione del riconoscimento, arrivato alla ventesima edizione e celebrato con un talk sul rapporto tra donne e scienza con ospiti istituzionali, dell’imprenditoria e della ricerca
Dalla sanità all’astrofisica, dall’ambiente alla robotica. Spaziano in vari ambiti i progetti di ricerca premiati a “L’Oréal Italia per le Donne e la Scienza”, appuntamento da 20 anni organizzato nel nostro Paese dalla compagnia francese in collaborazione con l’Unesco. Alle sei scienziate a cui sono stati assegnati il riconoscimento e le relative borse di studio da 20mila euro ciascuna, si aggiunge un’altra grande soddisfazione per il mondo accademico nazionale. La fisica Natalia Bruno, già vincitrice dell’edizione 2021 del premio italiano, è stata riconosciuta come una delle 15 International Rising Talents 2022 dal progetto internazionale “For Women in Science” di L’Oréal.
Le scienziate premiate da L’Oréal Italia
Tra i progetti selezionati dalla giuria, formata da 11 professori e accademici e presieduta dalla professoressa Lucia Votano, quello di Chiara Borsari, chimica farmaceutica dell’Università di Milano che, nel corso del dottorato, svolto tra Grecia, Stati Uniti e Svizzera, ha sviluppato una strategia chimica innovativa per combattere i tumori, volta a individuare terapie mirate con minori effetti collaterali per i pazienti.
Ha ottenuto il premio all’edizione italiana di “For Women in Science” anche Marisa Brienza, scienziata dell’Istituto Nazionale di Astrofisica e dell’osservatorio di Astrofisica e scienza dello spazio di Bologna. La sua ricerca si focalizza sulle osservazioni dettagliate dei buchi neri supermassicci, attraverso l’impiego dei maggiori radiotelescopi internazionali, per studiarne la vita e gli effetti sull’universo.
Leggi anche:
Una vita tra le stelle. Cento anni fa nasceva Margherita Hack
La terza borsa di studio è stata consegnata a Martina Cecchetti. Ricercatrice del dipartimento di Scienze Veterinarie dell’Università di Torino, utilizzerà i nuovi fondi per approfondire i suoi studi sugli effetti della predazione dei gatti sugli uccelli migratori sull’isola di Linosa, al largo della Sicilia. Mediante il suo lavoro, ha sottolineato Cecchetti, potrebbe aiutare l’adozione di politiche locali per la conservazione della biodiversità.
Agnese Chiatti, scienziata al laboratorio di Intelligenza artificiale e robotica del Politecnico di Milano, punta a individuare nuovi metodi, cosiddetti neuro-simbolici, per migliorare l’intelligenza visiva dei robot e quindi la loro affidabilità. In particolare, l’analisi di Chiatti si focalizza sull’impiego degli stessi robot nell’ambito dell’agricoltura di precisione: l’ispezione visiva delle colture permette di migliorare la fase di raccolta dei frutti e limitare l’uso di pesticidi.
L’attenzione alla natura è un principio cardine anche per lo studio di Vittoria Laghi, ricercatrice del dipartimento di Ingegneria Civile, Ambientale e dei Materiali all’Alma Mater di Bologna. Concentrato sull’impiego della stampa 3D nel campo della fabbricazione digitale in cantiere, punta a realizzare elementi metallici – come travi e pilastri – in modo innovativo, per ridurre il peso delle strutture in acciaio e, di conseguenza, l’impatto ambientale delle infrastrutture.
Leggi anche:
Premio Internazionale Tecnovisionarie, chi sono le 10 vincitrici
Ha ricevuto il premio “L’Oréal Italia per le Donne e la Scienza” Sara Moccia, bioingegnere dell’Istituto di Biorobotica e dipartimento di eccellenza in Robotica e intelligenza artificiale dell’Università Sant’Anna di Pisa, specializzata nell’applicazione dell’intelligenza artificiale per lo screening di disturbi legati alla nascita pretermine. Il suo progetto, in collaborazione con il reparto di terapia intensiva neonatale dell’ospedale pediatrico Salesi di Ancona, vuole aiutare i medici nelle diagnosi, tramite algoritmi per la diagnosi precoce di disturbi cognitivi e precoci in neonati prematuri, fra cui quello dello spettro autistico.
Il sostegno di L’Oréal alla ricerca
La cerimonia di premiazione è stata presentata dalla giornalista Giulia Innocenzi, che, prima di consegnare gli attestati insieme a François-Xavier Fenart, presidente e Ad di L’Oréal Italia, ha approfondito i temi relativi al rapporto tra donne e scienza e all’empowerment femminile con ospiti del mondo delle istituzioni, dell’università e dell’imprenditoria. “Oggi si celebra la ricerca, da sempre nel dna della nostra compagnia”, ha sottolineato Fenart. “Fondata più di cento anni fa da un chimico, L’Oréal annovera attualmente quattro mila ricercatori in tutto il mondo, quasi un miliardo di euro investito in ricerca e 500 brevetti certificati ogni anno”.
Leggi anche:
Bold Female Founders, il fondo di L’Oréal per le startup a guida femminile
Dal 1998, anno di fondazione del premio “For Women in Science”, “il programma ha sostenuto più di quattro mila ricercatrici”, ha continuato Fenart. “Tra pochi giorni, a Parigi, Natalia Bruno riceverà l’International Rising Talents. Sono felice di ricordare il grande contributo dato dall’Italia, in cui, attraverso il riconoscimento nazionale, abbiamo premiato 106 giovani ricercatrici”.
L’accesso alle Stem e le pari opportunità
Fra gli ospiti dell’evento, anche Elena Bonetti, ministra per le Pari opportunità e la famiglia. “L’Oréal e Unesco portano avanti un’iniziativa molto importante”, ha evidenziato Bonetti. “Ha saputo fare da apripista rispetto a un riconoscimento reale del talento e delle competenze femminili nell’ambito di un mondo che, per troppo tempo, è stato appannaggio maschile”.
La ministra per le Pari opportunità e la famiglia ha poi affrontato il tema della relazione fra le materie scientifiche e il divario di genere a esse legate. “La valorizzazione delle competenze femminili nell’ambito Stem e la promozione di queste materie come scelta di formazione per le ragazze rappresenta uno degli assi più efficaci per la realizzazione dell’empowerment femminile e del principio di pari opportunità”.
Leggi anche:
Chi è Melissa Ferretti Peretti, nuova AD di Google Italia
Il rapporto tra donne, scienza e cultura nella società attuale, la cosiddetta, “società della conoscenza” è stata al centro dell’intervento di Fiorenzo Galli, direttore generale del Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia di Milano, che ha ospitato la cerimonia di premiazione. All’interno dello stesso museo, ha specificato Galli, il genere femminile rappresenta circa il 60% del personale, compresi ruoli apicali nell’istituto.
Il riconoscimento del talento femminile e le differenze di genere
A seguire, oltre ai messaggi della ministra dell’Università e della ricerca, Maria Cristina Messa, e di Enrico Vincenti, segretario generale della Commissione Nazionale per l’Unesco, si sono alternati sul palco l’intervista a Silvia Scaglione, chief scientist di React4life, e Marilù Casini, Phd student e divulgatrice. È stato quindi il momento del discorso di Federica Migliardo, professoressa ordinaria di Fisica Sperimentale dell’Università di Messina, vincitrice del premio nazionale di L’Oréal nel 2005 e della borsa di studio internazionale nel 2008.
Leggi anche:
Con la Creatività si mangia: Sara Malaguti porta in tour le migliori storie di innovazione
È inoltre intervenuta Lucia Votano, dirigente di Ricerca Emerita dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare presidente della giuria dal 2017, dopo la scomparsa del professore Umberto Veronesi, precedentemente alla guida della commissione. “Il riconoscimento rappresenta ormai un punto di riferimento nel panorama internazionale e in Italia, per le politiche a sostegno della totale eradicazione delle segregazioni di genere nella scienza”, ha affermato Votano. “Il premio ha accompagnato molte giovani ricercatrici nel loro percorso. E soprattutto, grazie a esso, alcune di loro hanno evitato di abbandonare questo tipo di carriera”.