Uno scenario in continua evoluzione: decine di migliaia di persone vengono mandate a casa. C’è però un’azienda che pare “immune”
Alla fine tutto confermato: anche Spotify ha annunciato licenziamenti per fare fronte alla situazione economica attuale che, tra inflazione e carovita, sta spingendo sempre più Big Tech a ripensare i propri piani e rivoluzionare alcune politiche interne. Per la società svedese leader nel campo della musica in streaming si parla di 600 dipendenti che verranno mandati a casa. Si tratta del 6% della forza lavoro attualmente nei ranghi dell’azienda. «Negli ultimi mesi abbiamo compiuto un notevole sforzo per contenere i costi, ma non è stato sufficiente», ha commentato l’amministratore delegato di Spotify Daniel Ek.
Negli ultimi giorni soprattutto, le cronache hanno rilanciato pesanti operazioni di licenziamenti. Prima Microsoft (11mila dipendenti), poi Google (12mila): l’ecosistema della Big Tech sta vivendo una fase di ripensamento delle strategie in un periodo che pare aver voltato pagina rispetto all’ultimo decennio di crescita impetuosa. Sulla falsariga di quanto detto da Sundar Pichai, Ceo di Google, anche Ek ha dichiarato che i licenziamenti sono necessari per prepararsi al cambiamento e al futuro. «Sono certo che il 2023 sarà un anno in cui i consumatori e i creatori vedranno un flusso costante di innovazioni diverse da quelle introdotte negli ultimi anni».
Nel frattempo il dibattito sui licenziamenti nelle Big Tech si è arricchito con alcune riflessioni che gli analisti hanno fatto rispetto a un’azienda che pare non aver ancora attuato politiche in tal senso, almeno nell’ultimo periodo. Stiamo parlando di Apple, che il Wall Street Journal ha analizzato, dando una possibile spiegazione sul perché la società di Cupertino non stia mandando persone a casa.
Come ha spiegato la testata americana è dal 1997 che Apple non effettua licenziamenti in massa: all’epoca a farlo fu il fondatore Steve Jobs che scelse di tagliare oltre 4mila dipendenti. A differenza di altre Big Tech, Apple non avrebbe adottato un piano di assunzioni così pronunciato come quello di altre aziende, soprattutto a seguito del boom di accesso ai servizi digitali dopo lo scoppio della pandemia. In più Apple ha sempre aumentato gradualmente il proprio personale, limitando i benefit e concentrandosi molto sui prodotti.