Nuova tappa di StartupItalia nelle imprese familiari. Protagonista il presidente dell’azienda trevigiana simbolo delle carte da gioco che celebra i 95 anni dalla fondazione
Qualche mese fa, StartupItalia inaugurava il suo viaggio nelle aziende familiari italiane con l’intervista ai protagonisti della sesta impresa più longeva al mondo, la vetreria Barovier&Toso di Murano. Dopo aver spaziato tra una regione e l’altra nelle tappe successive del percorso, è ora di tornare in Veneto. Più precisamente, tra Treviso e il vicino comune di Carbonera. In queste due città si è fatta la storia della società Dal Negro, ossia delle carte da gioco in Italia e non solo.
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Quasi un secolo di storia
È il 95esimo compleanno di Dal Negro. Novantacinque anni da quando, nel 1928, «a seguito della morte del socio Ettore Rampini, tutte le quote della società passano in mano a Teodomiro Dal Negro». Il primo atto di una storia che di momenti significativi ne ha vissuti parecchi, assicura il presidente Francesco Dal Negro, nipote del fondatore Teodomiro e alla guida della società dal 1995.
Prima di arrivare all’anno della fondazione bisogna però risalire a periodi ben precedenti. Alcuni documenti storici, infatti, segnalano come già nel 1756 esistesse a Treviso una fabbrica di carte da gioco di proprietà austriaca, anche se la produzione in città dovrebbe risalire al 1400. A metà del XIX secolo, Francesco e Giovanni Prezioso, due fratelli in fuga dalla città di Zara, allora sotto la dominazione austriaca, codificano il vocabolario delle carte trevigiane. La loro impresa, rilevata nel 1876 dalla produttrice tedesca Francesca Rind, sviluppa un codice che si diffonde inalterato fino a incrociarsi con la ditta Teodomiro Dal Negro, la più antica azienda familiare di cartai d’Italia.
Secondo il saggio “Carte da gioco e cartoleri trevisani” del collezionista Andrea Piovesan, nel 1907, dopo la scomparsa di Francesca Rind, la società viene acquisita da Ettore Rampini ed Enrico Bennati, grazie a un prestito ricevuto da Teodomiro Dal Negro, che appare successivamente come terzo socio. Nel 1928 viene fondata la Fabbrica carte da giuoco Bennati & Dal Negro. Infine, il 3 giugno 1939 nasce la Fabbrica carte da giuoco – Industrie cartotecniche Teodomiro Dal Negro, che dà inizio al marchio Dal Negro. Passano otto anni e l’azienda si trasferisce nella nuova sede in viale Fratelli Bandiera, a pochi passi dalle mura di Treviso.
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«Tra i periodi più significativi, non posso trascurare gli anni ’60 in cui il catalogo dell’azienda si amplia con l’aggiunta di giochi per adulti, come scacchi e scacchiere, e di giochi per i più piccoli», racconta Francesco Dal Negro. «In questi anni iniziano le produzioni del gioco di Pinocchio, il mercante in fiera, il domino e il corsaro nero».
Nel corso del tempo, si svilupperà la linea Exclusive, «prodotti made in Italy richiesti e apprezzati soprattutto all’estero, realizzati da artigiani locali con materiali pregiati, come legno di mogano, di noce canaletto e di ebano». La produzione di questi articoli va dal backgammon alle roulette, alle fiches e permette a Dal Negro di continuare a crescere.
La vera svolta arriva però nel 1973, «un anno storico per l’azienda. A seguito dell’abolizione della tassa sulle carte da gioco, la loro vendita esplode», spiega Francesco Dal Negro. È una situazione eccezionale: «In un mese vengono evasi ordini normalmente venduti in un anno. Prima dell’abolizione, la legge ci imponeva di inviare negli uffici tributari di Roma la prima carta del mazzo per la stampa e il pagamento del bollo, aumentando i costi di produzione degli articoli».
“Con le acquisizioni dei primi anni 2000, Dal Negro è diventata leader indiscussa del settore”
Per fare fronte alla domanda crescente, l’anno successivo Dal Negro trasferisce la produzione a Carbonera, in una fabbrica più grande della storica sede di Treviso. Qui, nel 1980, la società sperimenta la stampa a raggi ultra violetti, segnando una svolta in un settore in cui la realizzazione del prodotto era stata per anni affidata alla pietra litografica. «Siamo stati i primi a utilizzare questa tecnologia nell’ambito delle carte da gioco». La stampa Uv, il presidente di Dal Negro, «permette di asciugare l’inchiostro in pochi istanti, riducendo i tempi di produzione ed eliminando la controstampa tra un foglio e l’altro».
Sempre a Carbonera, nel 2002 viene aperta la nuova sede di Dal Negro, che nei due anni rileva due storici marchi, Masenghini, fabbrica bergamasca, e Ntp, azienda milanese specializzata nella stampa di carte da gioco in plastica per professionisti. «Queste acquisizioni hanno permesso alla Dal Negro di diventare leader indiscussa nel settore».
Mai senza
«Le carte da gioco sono amate e utilizzate in tutto il Paese e rappresentano un elemento autentico della tradizione popolare italiana, tramandata di generazione in generazione», sostiene Dal Negro. A dominare il mercato sono tre tipologie di carte regionali, «le trevisane, le napoletane e le piacentine. C’è un aumento significativo delle vendite delle carte da gioco nei mesi estivi nelle regioni più turistiche: sotto l’ombrellone, l’abitudine di giocare resiste».
Non solo carte, che pure pesano per oltre il 65% del fatturato. Dal Negro produce anche giochi da tavola e, negli ultimi anni, giochi per bambini – dalle cui vendite la società ottiene circa il 13% del fatturato, con l’obiettivo di superare il 20% entro la fine dell’anno, attraverso una rete di 1500 rivenditori. Di recente, l’azienda è stata premiata da Assogiocattoli nell’ambito della rassegna Toys Milano, per il Miglior gioco educativo 2023. Quando però si chiede al presidente dell’azienda quale sia il punto di riferimento in Italia, c’è un solo nome al comando: «Il burraco. È uno dei giochi più diffusi e popolari. Seguono lo scopone, la briscola e la scala quaranta».
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Non c’è soltanto il Belpaese tra i mercati che vede Dal Negro protagonista. L’esportazione dei prodotti all’estero, in particolare Stati Uniti, Regno Unito, Francia, Turchia, Paesi Scandinavi e Baltici, pesa per il 15% del fatturato, che, dal 2018, è in aumento del 2,5% annuo e nel 2021 era di circa 8,7 milioni di euro. «Durante i periodi di lockdown, molte persone hanno riscoperto la passione per i giochi da tavolo e le carte come passatempo, contribuendo a mantenere una domanda costante per i nostri prodotti», commenta il presidente della società trevigiana, in cui oggi lavorano 48 persone.
Anche fuori dai confini nazionali, le carte sono il prodotto che va per la maggiore, anche se le richieste sono diverse. «Le più richieste all’estero sono le carte da gioco con seme francese. La maggior parte dei clienti le sceglie per un uso professionale, riconoscendone la qualità, la tipologia di materiale e la possibilità di personalizzare il design del retro e dell’astuccio», anche se le abitudini variano comunque da Paese a Paese.
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Creare e ricreare
«Sia l’innovazione degli articoli tradizionali, sia le creazione di nuovi prodotti presentano sfide uniche», assicura Dal Negro. Nel primo caso, «come le carte e i tarocchi, l’obiettivo è trovare nuove sfumature e interpretazioni che catturino il pubblico anche oggi». La realizzazione da zero, invece, «comporta un processo creativo più libro e anche rischi maggiori. Significa comprendere e anticipare le tendenze di mercato, le esigenze dei consumatori e sviluppare qualcosa che risponda a queste richieste in modo nuovo, riuscendo a distinguersi da una vasta gamma di prodotti già presenti sul mercato».
Proviene da questa esigenza la scelta di Dal Negro di investire in maniera significativa proprio nei giochi per l’infanzia e nella linea Exclusive, per la quale l’azienda collabora con la Scuola italiana design di Padova. «In particolare, siamo molto attenti a intercettare il target di cosiddetti kidults, quegli adulti che mantengono viva la passione per il gioco. Nella linea infant e preschool, invece, ci dedichiamo a creare giochi educativi che favoriscano lo sviluppo cognitivo, motorio e sociale dei più piccoli, rispondendo alle esigenze di genitori ed educatori».
Altro elemento centrale è quello dell’impatto ambientale. «Lo scorso anno abbiamo introdotto nel catalogo Toys la linea Dn Green, che educa i bambini al rispetto del pianeta e della natura. Per questi giochi utilizziamo materiali ecosostenibili e biodegradabili come, ad esempio, la fibra di grano».
In ognuno di questi processi, evidenzia Dal Negro, «dobbiamo preservare e valorizzare la tradizione e la storia dell’azienda. Mantenere un forte legame con chi ci ha preceduto e, allo stesso tempo, essere aperti all’innovazione e alle nuove opportunità». Non da soli, ma tramite «nuove forme di collaborazione, come quelle già in essere con scuole di settore e game designer».
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Nella visione dell’azienda di Treviso, il digitale ha un ruolo centrale, ma non nel gioco. «È un alleato prezioso per la comunicazione e la promozione dei nostri prodotti, un modo per coinvolgere i nostri clienti in modi innovativi. Ma l’esperienza dei giochi tradizionali è insostituibile e non può neanche essere paragonata. Continueremo a promuovere e a preservare la convivialità, la socialità e la gioia del gioco fisico, che sono il cuore del marchio Dal Negro».