La terza puntata del nostro viaggio alla scoperta delle realtà del fitness attraversa il mondo delle prenotazioni online. Tra gli sport più praticati dagli italiani c’è il calcio, inseguito da nuoto e tennis, per un totale di 67.000 società sportive e ricavi per circa 102 miliardi di euro
Sport, che passione! Secondo gli ultimi dati di Banca Ifis, nel 2022 il comparto sportivo italiano contava 67.000 società sportive, 10.000 imprese produttrici, 9.500 società di gestione impianti e 50 tra società editoriali e di scommesse, per un’occupazione di 405.000 addetti e ricavi per circa 102 miliardi di euro, contribuendo a generare circa il 3,4% del Pil. Il calcio resta lo sport più amato dagli italiani ma sono altre 8 le discipline che ottengono un seguito superiore al 25% della popolazione.
Dopo il calcio, il nuoto e il tennis si confermano gli sport più praticati. A seguire, gli sport motoristici, il ciclismo, l’atletica, la pallavolo, lo sci, la pallacanestro e il rugby. Anche in questo settore si va sempre di più verso la personalizzazione dell’offerta, in particolar modo per ciò che riguarda il mondo del fitness, un mercato in continua crescita che, come avevamo approfondito nella scorsa puntata della rubrica, in Italia vale circa 2.3 miliardi di euro. In questo nuovo appuntamento con le fitness startup andiamo alla scoperta di alcune delle realtà più conosciute che garantiscono un posto in palestra, in piscina, in un campo da tennis o da calcio anche con servizi dedicati alle corporate. Ma prima indaghiamo quali sono le regioni più sportive d’Italia.
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Le regioni più sportive d’Italia
Secondo un’indagine condotta dall’Osservatorio Sportclubby, gli italiani più sportivi oggi vivono in Toscana, dove si registrano i valori più alti di prenotazioni di attività fisica per utente. Seguono Campania e Liguria, accompagnate dal Lazio e dall’Emilia Romagna. A sorpresa, i lombardi risultano più sedentari di marchigiani e piemontesi, nonostante presentino la seconda più vasta offerta di servizi sportivi digitali. Fanalino di coda, la Sicilia. Il calo di iscrizioni in palestra o ai singoli corsi si è fatto sentire soprattutto nella fascia più matura della popolazione, specie sopra i 65 anni (-28%). Eppure gli over 50 costituiscono circa un terzo di chi frequenta i centri sportivi, secondo i dati di Sportclubby. Tra gli sport che attirano di più i nuovi abbonati non c’è solo il tennis (+94%), ma anche il padel, grande protagonista dell’ultimo periodo, e il calcetto. Rispetto allo scorso anno, le le prenotazioni di campi di calcetto sono raddoppiate (+122%).
Sportclubby e l’acquisizione di Playtomic
Fondata nel 2017 da Biagio Bartoli e Stefano De Amici, professionisti con 20 anni di esperienza nella digitalizzazione dello sport, Sportclubby è tra le piattaforme più utilizzate in Italia per la prenotazione di attività sportive e legate al benessere, con oltre 1.000 club e 1.5 milioni di utenti iscritti. Recentemente è stata acquisita da Playtomic, con l’obiettivo di consolidare la sua posizione nel settore del padel (che in Italia conta on oltre 2000 club e una rete da più di 500.000 giocatori) e del tennis. Abbiamo intervistato il CEO e co-fondatore di Sportclubby, Biagio Bartoli, per farci spiegare più nel dettaglio quali direzioni prenderà adesso il proprio business model.
«Dopo l’acquisizione, puntiamo a far diventare il brand Sportclubby un prodotto internazionale ancora più grande e importante per quanto riguarda il mondo del fitness – racconta – Lavoreremo in modo ancora più verticale sulle strutture sportive e manterremo operativa h24 la piattaforma per la prenotazione di tutte le attività eccetto quelle che riguardano il mondo del padel e del tennis, che saranno accessibili da Playtomic». Prima del deal, Sportclubby era già presente in Spagna e Francia. «Ora ricominceremo a spingere di più in Italia anche con mezzi nuovi. La prossima frontiera per noi è il mercato UE e amplieremo anche il team a livello europeo. Quando il padel è esploso, abbiamo visto che c’era una risposta da parte del mercato molto forte e abbiamo spinto molto su questo sport, guadagnando un margine di mercato per risultare interessanti anche per altri aziende, come Playtomic».
Il team riferisce di essere cresciuto del 40-50% in Italia lentamente perché, approcciando più sport differenti è stato più complesso. «Abbiamo sempre voluto promuovere il multisport e questa exit per noi è un risultato molto importante che viene dopo 2 anni di lockdown e alla luce di un contesto geopolitico internazionale difficile. In 7 anni abbiamo fatto mille errori, che abbiamo studiato e analizzato a fondo. Ora siamo pronti per migliorare», conclude il CEO.
Il mercato del wellbeing aziendale
Sarà sempre più focalizzata sul mercato del wellbeing aziendale è Fitprime, piattaforma che in Italia è cresciuta fino a diventare nel 2023 uno dei primi 5 brand per numero di iscritti. Nata a Roma nel 2016, permette di accedere con un unico abbonamento a palestre, piscine e varie tipologie di centri sportivi, senza vincoli. «Nel nostro network contiamo 3.500 centri sportivi in tutta Italia, includendo partner come GetFit e PRIME, per circa 300mila utenti», spiega il CEO e co-founder di Fitprime, Matteo Musa.
Fitprime sta spostando il proprio modello di business, inizialmente B2C, nel B2B con pacchetti dedicati alle corporate e alle PMI. «I dipendenti possono iscriversi alle palestre affiliate con Fitprime grazie alle convenzioni aziendali stipulate che permettono non solo di andare in palestra ma anche di partecipare a corsi di mindfulness, avvalendosi anche del supporto di nutrizionisti e psicologi – spiega il CEO a StartupItalia – Nel 2016 siamo nati come B2C, con un unico prodotto che in abbonamento permetteva di accedere a più centri sportivi, poi siamo passati dal B2C al B2B e abbiamo sviluppato Fitprime Smart, un portale ideato durante la pandemia e interamente dedicato all’home-workout, Fitprime Nutrition, un servizio che offre piani alimentari personalizzati e, recentemente, anche Fitprime Therapy, per il supporto psicologico».
Il piano di sviluppo dell’azienda è molto chiaro: «Abbiamo sperimentato il B2B a tutti gli effetti tra il 2022 e il 2023. Nel 2020 nel team eravamo in 16, oggi ci avviciniamo ai 70 e ci siamo trasformati da piccola startup e scaleup anche grazie alla raccolta di capitali chiusa a 7 milioni di euro. Oggi serviamo anche grandi aziende come Unicredit, Accenture, Eni, Luxottica, CDP, Ernst & Young e cerchiamo di coinvolgere sempre di più le imprese con prodotti flessibili. Le aiutiamo in un cambiamento culturale legato al benessere, verso un balance sano e performante». Con queste prospettive, Fitprime tra un mese si chiuderà al mercato B2C: «ci focalizzeremo esclusivamente sul B2B. Nei prossimi 2 anni vogliamo continuare il nostro processo di crescita come wellbeing aziendale e arricchiremo l’offerta anche con qualcosa legato molto di più alla salute e alla prevenzione. Crediamo che il mercato italiano, nel nostro intento, possa darci una grande opportunità».