L’ha fondata come startup nel 1997. Ha tentato di farsi acquisire da Blockbuster nel 2000. Il 62enne resterà presidente operativo
Più di vent’anni a capo di una società che ha segnato una rivoluzione nella fruizione dei contenuti online. Reed Hastings, 62 anni, ha annunciato le proprie dimissioni da Co-Ceo di Netflix, una delle piattaforme leader dello streaming. Ted Sarandos rimarrà Co-Ceo e il posto di Hastings dovrebbe essere preso da Greg Peters. Fondata nel 1997, in un’altra epoca se pensiamo soltanto a come era internet, Netflix è diventata un caso studio per gli appassionati di innovazione e da anni ormai plasma la cultura di massa globale con serie tv e film prodotti e distribuiti in tutto il mondo.
A questo punto, dopo l’annuncio delle dimissioni, è tempo di bilanci. In che stato ha lasciato Netflix Reed Hastings, che comunque rimarrà in azienda con carica di presidente esecutivo? Come riporta Teleborsa, l’utile operativo di 550 milioni di dollari nel quarto trimestre del 2022 è diminuito rispetto ai 632 milioni dello stesso periodo del 2021 (superando comunque le previsioni dell’azienda); l’utile per azione è stato di 0,12 dollari, inferiore rispetto agli 1,33 dollari nel quarto trimestre del 2021; i ricavi dell’ultimo trimestre 2022 sono stati pari a 7,852 miliardi di dollari, con una crescita anno su anno del 2% grazie all’aumento del 4% degli abbonamenti.
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Netflix, come ha spiegato l’ex Ceo Hastings, ha affrontato un battesimo di fuoco negli ultimi anni, complice i grandi cambiamenti dovuti alla pandemia. Dopo la sbornia di visualizzazioni e binge watching durante i lockdown, la società ha registrato una correzione dei propri numeri, che ha tentato di risollevare introducendo ad esempio l’abbonamento a un prezzo ridotto che prevede però la pubblicità. Nel 2022 anche Netflix ha effettuato licenziamenti, così come moltissime altre Big Tech (l’ultima in ordine di tempo a mandare a casa 10mila persone è stata Microsoft).
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Hastings e il mito fondativo di Netflix
Nelle prime pagine del suo libro, scritto insieme alla giornalista Erin Meyer, L’unica regola è che non ci sono regole, si scopre uno degli episodi più interessanti dell’intera storia di Netflix. Una sorta di mito fondativo. All’inizio del 2000 Reed Hastings si trovava nel quartiere generale di Blockbuster, a Dallas, per avanzare una proposta ardita: la società che distribuiva a noleggio videocassette con store in tutto il mondo avrebbe dovuto comprare Netflix, all’epoca startup con 100 dipendenti che offriva come servizio l’invio a domicilio di DVD a noleggio per i suoi 300mila abbonati.
I numeri di Netflix dell’epoca potrebbero sembrare tutt’altro che da startup. A prima vista poteva anzi presentarsi come un’azienda solida: in realtà le perdite erano ingenti e la soluzione d’emergenza che Reed Hastings aveva in mente era quella di farsi comprare da una società che valeva qualche miliardo di dollari. Al Ceo di Blockbuster, John Antioco, che gli chiedeva quale fosse il prezzo di acquisizione, Reed Hastings ha risposto con una cifra tonda: 50 milioni di dollari. Con quella cifra Netflix avrebbe sviluppato la divisione Blockbuster di noleggio di video online. Ovvero una piattaforma in streaming. La storia è andata che Blockbuster ha detto no all’offerto. E poi è fallito.
Sono davvero numerose le storie contenute nel libro di Reed Hastings che ha deciso dopo così tanto tempo di dare le dimissioni da Ceo della società che ha fondato. Di addii di questo tipo non capitano di frequente: il caso più recente e noto è quello di Jeff Bezos, ex Ceo di Amazon, che dopo decenni alla guida del gigante dell’ecommerce ha deciso di lasciare le redini a Andy Jassy nel 2021.