La startup diventa l’agente dei progetti migliori e li presenta alle case di produzione. L’intervista al CEO dopo l’esperienza nel programma Hubble
«L’autrice di Harry Potter, J.K. Rowling, aveva proposto quello che sarebbe diventato un capolavoro a ben 12 case editrici. Solo la 13esima ha visto del potenziale. Un sacco di opere di qualità, dai film ai libri, non vengono neanche notate e non vedono mai la luce. Con questa nuova app gratuita abbiamo lanciato un social network per mettere il pubblico al centro: così tutti possono avere un’occasione. Senza regalare idee, perché la blockchain protegge il diritto d’autore». Simone Chiriatti è il CEO di Cinescouter, una startup di Lecce che ha appena concluso il percorso dentro Hubble, il programma di accelerazione di Nana Bianca, Fondazione CR Firenze e Fondazione per la ricerca e innovazione dell’Università di Firenze.
Cos’è Cinescouter
«La nostra piattaforma funziona da social network: ci si può iscrivere gratuitamente come appassionati di film e serie tv, oppure registrarsi come sceneggiatori, registi e professionisti del mondo dello spettacolo. Per questi ultimi – ha specificato il CEO di Cinescouter, fondata insieme a Marco Tarantino, Dino Imbriani e Gabriele Litti – facciamo le verifiche per tenere alta la qualità dei prodotti». Proprio come il feed di Facebook, la piattaforma si scrolla alla scoperta di idee e progetti che si possono commentare. «Grazie ai like si può anche capire quali sono le idee virali e condividerle».
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Non soltanto su Cinescouter, ma anche nelle grandi piazze come Facebook, LinkedIn e Twitter. La startup – questo è il modello di business – si incarica di fare da agente per sceneggiature e contenuti che hanno potenziale. «Li andiamo a presentare alle case produttrici e tratteniamo una commissione sulla eventuale cessione dei diritti».
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Finora sono 1.200 gli iscritti a Cinescouter. «Abbiamo 400 sceneggiatori e altrettanti progetti caricati. Sul social sono nate già 40 collaborazioni. Di tutto questo abbiamo selezionato dieci idee interessanti e per due esiste una manifestazione di interesse da parte di case di produzione». La startup ha stretto i rapporti con quattro partner industriali tra cui Indiana e Leone. «A queste aziende forniamo la dashboard per accedere ai contenuti che pubblicano i nostri iscritti, così anche loro hanno tutto sotto controllo».
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Blockchain al posto della SIAE
Su Cinescouter non si pubblicano intere opere, lungometraggi o libri col rischio che qualcuno ne possa strappare la paternità. «Il social accetta soltanto concept di massimo 2mila caratteri o progetti più strutturati da 8mila. In più, noi offriamo una servizio di protezione che si basa sulla blockchain: rilasciamo un certificato di avvenuta registrazione che attesta chi è l’autore. Il sistema non accetta modifiche».
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«Il valore aggiunto di Hubble è stato poter lavorare sulla user experience. Ora – ha concluso Chiriatti – stiamo cercando investitori per accelerare lo sviluppo della piattaforma. Trattandosi di film e serie tv vogliamo avviare al più presto il processo di internazionalizzazione».