Non serve aver platinato Resident Evil Village per riconoscere l’evidente ispirazione che la software house Misterial Games ha preso nello sviluppare un survival horror come Stygian: Outer Gods. Le ambientazioni, le cancellate arrugginite, l’inquietante magione, quella costante ansia di essere esposto a pericoli e minacce mortali: molte di queste cose le abbiamo già sperimentate (i più coraggiosi, si intende) nel capolavoro di Capcom. Prendere spunto da un tripla A di questo calibro è stata una mossa avventata o azzeccata? Vediamolo insieme. Il titolo è disponibile in accesso anticipato su Steam.
Stygian: Outer Gods, la recensione
L’atmosfera di Kingsport è quella tipica di una trama lovecraftiana. Il protagonista del videogioco Stygian: Outer Gods è un ricercatore alla ricerca del padre, dato per disperso. Il suo viaggio lo conduce in un villaggio oscuro pieno di misteri, dove realtà, visioni e allucinazioni contribuiscono a rendere l’esperienza in linea con il genere. Giocare in prima persona comporta affrontare faccia a faccia ogni scenario di gioco, preferibilmente con un’arma a portata di mano.

Per rendere il gameplay più appagante la software house ha previsto alcune dinamiche da GDR, con un ramo di abilità da sbloccare. Oltre a questo un survival horror del genere non poteva tralasciare i rompicapi: le sessioni con enigmi ambientali sono funzionali alla storia e hanno senso nel complesso.

Ben fatta la componente di audio design: c’è il soffio tagliente e costante di un gelido vento e alcuni rumori più artificiali che in alcuni casi anticipano (forse troppo) le minacce in arrivo. Gli ululati dei lupi mentre state attraversando una foresta non vi daranno molto tempo per reagire. Meno soddisfacente invece la parte di combat system.

Combattere, specie con lame di vario tipo, risulta ostico e poco bello da vedere, con una fisica dei colpi non degna della next gen (il titolo uscirà anche su console). Un vero peccato, dato che il bestiario è vario. Anche se non originalissimo per ambientazioni, Stygian: Outer Gods è tuttavia bello da vedere, specie nelle fasi più calme. Le ambientazioni interne ed esterne ci immergono in un mondo gelido, desolato. Alcune cose sono da migliorare, ma ci sono le carte in regola per mettere sul tavolo dei gamer un survival horror più che discreto. Il verdetto al day one.