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Mancano meno di due mesi a StartupItalia! Open Summit: la call per individuare le migliori startup dell’anno e presentarle sul palco del Palazzo del Ghiaccio è aperta!
Il 18 di dicembre al Summit saremo in tanti. Investitori, imprenditori, aziende ma soprattutto startup. In questi mesi in cui abbiamo girato l’Italia per raccontare e costruire insieme il nuovo Open Summit di StartupItalia!, il messaggio è stato chiaro: le startup devono essere protagoniste.
Lo saranno. Ci sarà spazio per raccontarsi e farsi vedere, momenti di networking e un’attenzione particolare alle startup early stage. E poi c’è la call per startup. L’abbiamo aperta e stiamo cercando le 100 migliori startup del 2017. Sono già arrivate tantissime candidature, il tempo è poco (mancano meno di 50 giorni all’evento!), se volete essere protagonisti della giornata questa è un’occasione da non perdere. Tra le 100 selezionate, redazione e giuria individueranno le migliori 10 che avranno la possibilità di salire sul palco de Palazzo del Ghiaccio e saranno giudicate dai giurati che, in diretta, decideranno chi si meriterà la palma di migliore startup del 2017.
Le 100 migliori di #SIOS15
Come ogni anno (qui la classifica 2016), anche nel 2015 avevamo selezionato le 100 migliori startup dell’anno. Tutte sono state invitate a partecipare alla grande festa di #SIOS15. La redazione aveva preso in considerazione round di investimento, exit, team, mercato, prototipi. Di molte avevamo già parlato su StartupItalia!, altre le abbiamo conosciute in seguito.
Scegliere tra queste le migliori 10 non è stato facile, ma alla fine sono emerse realtà che hanno dimostrato anche nei successivi due anni di essere tra le migliori aziende innovative nel panorama nazionale e internazionale. Le abbiamo risentite e riviste in questi mesi, per capire anche che cos’abbia significato trovarsi al centro della scena quel giorno.
Le 10 startup di Startupitalia! Open Summit 2015
La sua rete oggi conta 18 campus in 6 Paesi europei, con oltre 1900 “taggers” tra startupper, aziende e liberi professionisti. Il tutto gestito da un team di una settantina di persone, al 60% donne. “Negli ultimi due anni abbiamo lavorato tantissimo all’internazionalità. Di fatto abbiamo costruito un modello per non essere soltanto coworking, ma anche scuola di formazione, luogo di relazioni, spazio per crescere, formarsi, confrontarsi. Ci siamo resi conto che questo modello funziona e tutto questo ci ha dato la spinta per crescere ancora”.
Startup nata nel 2013 e divenuta negli anni PMI innovativa, ha un team che dall’Italia tesse la sua tela in diversi angoli del mondo. Musement gestisce un’offerta di diecimila attività e prodotti distribuiti in 450 destinazioni di 55 Paesi differenti e in 7 lingue. Nel novembre 2016 ha chiuso il terzo round di investimento per 10 milioni di dollari (8,7 milioni di euro) e oggi opera prevalentemente nel mercato europeo e nord-americano. «La storia del nostro business in fondo ha tre anni di vita: al lancio del 2013 è seguita la piattaforma del 2014. La crescita ha varie spiegazioni: di fatto ci occupiamo di servizi a valore aggiunto e abbiamo iniziato ad offrire prima di altri esperienze di viaggio declinate in vari modi. Andando molto oltre la pura esperienza turistica. Abbiamo vissuto in questi ultimi anni una crescita esponenziale del mercato in cui operiamo, ovvero quello del digital travel e in particolare del segmento dell’accesso: oggi tour e attività correlate rappresentano un elemento rilevante nella proposta turistica. Questa crescita sta mutando le caratteristiche del segmento di mercato».
WISE Neuro
WISE nel 2016 ha completato l’allestimento del proprio impianto produttivo a Cologno Monzese, che comprende macchinari e camere bianche conformi alla produzione di dispositivi medici impiantabili. A maggio ha chiuso un terzo round di investimento di 6,5 milioni di euro. «Siamo nati nel 2011 e per un po’ WISE Neuro è stata una micro entità: ero da solo, infatti, a portare avanti tutto. Poi ci siamo ingranditi ed è arrivata la possibilità di entrare in Fondazione Filarete a Milano. Siamo rimasti lì fino all’anno scorso quando abbiamo deciso di ristrutturare un intero immobile a Cologno Monzese per farci la nostra sede e il nostro laboratorio. L’impianto produttivo comprende macchinari e camere bianche conformi alla produzione di dispositivi medici»
La startup, che sta sviluppando una terapia genica basata sull’ingegnerizzazione delle cellule staminali del sangue per il trattamento dei tumori, è nata a settembre 2014 da uno spinoff dell’Ospedale San Raffaele, pochi mesi dopo (febbraio 2015) ha chiuso un round di investimento da 10 milioni di euro. Ed è di pochi giorni fa la notizia della chiusura di un altro round da 7 milioni di euro.
Il progetto è stato il vincitore del 2015. «Nel 2009 abbiamo fatto partire questa startup all’interno della quale c’era anche l’università come socio. E devo dire che da subito è stato un progetto di crescita con una visione allargata. Di fatto facevamo cose che nessuno aveva mai fatto. Siamo stati i primi al mondo a fare test di guida automatica. Ecco perché siamo una eccellenza italiana nel mondo, ma con radici solide nel territorio». Nel luglio 2015 l’acquisizione da parte di Ambarella, colosso californiano leader mondiale per le tecnologie per la compressione delle immagini, con 30 milioni di euro e un piano di stock options per mantenere coinvolti i 38 ricercatori. Il trasferimento è di tecnologie, non di cervelli: “Abbiamo iniziato a fare cose che nessuno avevamo mai fatto. E abbiamo scelto di diventare grandi per competere tra grandi”.
Pizza Bo
Una startup che si è distinta per un’exit milionaria (si è parlato di una cifra da 50 milioni di euro, senza smentite troppo convinte, per dirla tutta). Ne abbiamo raccontato la storia qui. Un racconto appassionato ma al tempo stesso disincantato. Perché Christian in questi ultimi due anni ne ha vissute parecchie di situazioni. Dall’entusiasmo alla disillusione. Nel 2015 l’acquisizione internazionale con decine di milioni di euro, l’entusiasmo, poi la cessione a competitor e le difficoltà sindacali.
La startup che ha sfidato i monopoli e che in questi 2 anni ha conquistato la fiducia dei professionisti del settore: «In questi ultimi due anni sono successe tante cose. Soltanto lo scorso anno 8mila autori hanno deciso di lasciare SIAE e di fatto si sono iscritti a Soundreef. Si tratta del 10% degli autori che hanno abbandonato il monopolista per sperimentare nuovi percorsi. Tra questi ci sono profili molto conosciuti come D’Alessio, Rovazzi e Fedez».
Una vera e propria strada verso il successo, quella calpestata da Alberto Dalmasso dal 2015 ad oggi. Di pochi giorni fa l’accordo con TreNord. Di prima dell’estate quello con Esselunga: «Da quel dicembre 2015 sono cambiate tante cose. Siamo diventati una realtà consolidata, un fenomeno nazionale. Eravamo vicino ai 900 negozi attivi, principalmente concentrati su una zona locale. Oggi siamo ovunque, con 18mila esercenti, 160mila utenti e un team di 55 persone. Siamo molto più strutturati, il grosso del lavoro di integrazione e consolidamento della piattaforma è stato fatto. Oggi non ci resta che schiacciare sull’acceleratore, trovando i giusti investimenti da una parte e aggregando il miglior team di sviluppatori e vendite dall’altra».
La società è stata fondata sei anni fa da Paolo Galvani e Giovanni Daprà e oggi è leader per la gestione patrimoniale online, autorizzata e regolata dalla Financial Conduct Authority e vigilata in Italia da Consob. «Di fatto siamo nel mercato dal 2012 e la nostra idea è sempre stata quella di fare le cose in casa da un punto di vista tecnologico. E quindi abbiamo un team tecnologico che ci ha permesso di crescere. Oggi abbiamo circa un migliaio di nuovi clienti ogni mese. Gestiamo intorno ai 300 milioni di euro di capitale in questo portafoglio e abbiamo raddoppiato le masse gestite nei primi sei mesi del 2017». L’azienda ha come soci principali i fondi di investimento Cabot Square Capital e United Ventures, il gruppo Allianz e Vittorio Terzi (Director Emeritus di McKinsey Italia). E ha raccolto da fondi e altri investitori oltre 25 milioni di euro. L’ultimo round risale al settembre dello scorso anno.
Oggi DoveConviene è il brand italiano di ShopFully International Group, la piattaforma digitale che guida quasi 30 milioni di utenti a livello globale e 10 milioni in Italia allo shopping nei negozi vicino casa, fornendo tutte le informazioni per un’esperienza di acquisto smart. Nel 2017 la prestigiosa rivista Americana Inc. Magazine l’ha inserita anche nella lista Inc. 5000 tra le compagnie con il più alto tasso di crescita in Europa, mentre per CB-Insights è tra le startup che hanno chiuso i più importanti round di investimento.
Una crescita continua quella di questa startup nata tra Bologna e Cagliari, segnata da importanti round di investimento. Nel 2013 con 3,5 milioni di euro da Principia II, nel 20145,2 milioni di euro con i venture capital 360 Capital Partners e Merifin Capita, nel 2015 addirittura con 13 milioni di euro dal fondo inglese Highland Europe, arrivando di fatto a raccogliere nei tre anni precedenti oltre 20 milioni di euro.
Ora tocca a voi!
Queste sono state le fnaliste del 2015. Ora tocca a voi: potete candidarvi sul sito di StartupItalia Open Summit 2017 e sperare di essere selezionati tra le migliori 100, o tra le migliori 10 startup dell’anno. E, perché no, essere la numero 1!
Questo il link per partecipare http://www.startupitaliaopensummit.eu/call-for-startup/