In occasione dell’evento dedicato alle applicazioni dell’artificial intelligence nella società e nell’economia, StartupItalia ha seguito gli interventi del pomeriggio di mercoledì 10 novembre
Per avere un quadro del ruolo sempre più importante che l’intelligenza artificiale ricopre nel migliorare e potenziare le attività umane, è sufficiente dare un’occhiata al menu della quarta edizione dell’Artificial Intelligence Expo of Applications. L’Aixa, uno dei più importanti appuntamenti a livello internazionale sul tema dell’artificial intelligence, è in corso dal 9 al 12 novembre, con eventi in formato ibrido, alcuni in presenza agli Ibm Studios di Milano e altri in collegamento.
Nel ricco programma della maratona, con oltre 200 speaker e più di 70 sessioni, il pomeriggio di mercoledì 10 novembre ha visto alternarsi sul palco gli interventi di esperti in vari ambiti. Dalla medicina, al settore spaziale, fino alla mobilità e allo sport: campi diversi, uniti dal fil rouge dell’AI.
Aixa, intelligenza artificiale a servizio della medicina
Il primo focus nella seconda parte della seconda giornata di Aixa, organizzato da Business International – Fiera Milano Media, è stato dedicato alla medicina. In modo sempre più diffuso, specialmente durante i recenti periodi di lockdown, l’AI e gli algoritmi di machine learning aiutano medici ed esperti nel miglioramento e personalizzazione delle terapia e nello sviluppo delle diagnosi. Ne è un esempio la piattaforma OPeNet sviluppata da Novartis e Ibm Italia, un progetto nato dal connubio fra la medicina di iniziativa e la telemedicina, presentata da Francesco Barbieri, a capo di Embrace, franchise di Novartis Italia specializzata nella gestione della cronicità, e Cristina Ingrassia, partner di Ibm.
Quella che stiamo vivendo è “una trasformazione digitale, non una rivoluzione digitale. Il fattore umano resta fondamentale“, commenta Barbieri. Grazie a OPeNet, spiega, “si crea un rapporto virtuoso tra l’ospedale e il territorio, riuscendo a ottenere un’aderenza migliore alla terapia, oggi ancora piuttosto bassa”. I primi risultati dell’iniziativa, sperimentata per ora su pazienti con psoriasi e scompenso cardiaco, sono importanti: da febbraio a oggi, 750 medici di medicina generale hanno attivato la piattaforma e 90 specialisti sono attivi per il teleconsulto.
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Della transizione digitale del settore ha parlato anche Roberto Ascione, CEO di Healthware Group. Di recente, “molte grandi tech company sono entrate nel mondo della salute e diversi fondi stanno aiutando le startup digital health a scalare“, afferma Ascione. Sono quattro i pilastri su cui questo cambiamento si basa. Un maggiore focus sulla prevenzione, creazione di modelli in grado di determinare il valore delle misure assistenziali, dispositivi connessi data driven e la personalizzazione sui singoli pazienti. “Non si parla di sistemi automatici, che si sostituiscono al medico”, evidenzia il CEO di Healthware, “ma tecnologie che aiutino e potenzino il lavoro del medico“.
Digital health, cresce il mercato ma restano le disuguaglianze
Il vicepresidente di IQVIA Italia, Carlo Salvioni, intervenuto ad Aixa, ha offerto un prospetto aggiornato sulle potenzialità di business nella salute digitale. “Negli ultimi otto anni il numero delle app negli store è cresciuto molto, fino a oltre 350mila. Quest’anno”, spiega Salvioni, “con buona probabilità si supereranno i 30 miliardi di dollari di investimento in digital health, rispetto ai 24 miliardi del 2020. Tuttavia, la metà dei download totali si concentra nell’1% delle app”.
All’interno del vasto filone della salute, un ambito di innovazione particolarmente forte è quello delle digital therapeutics, software capaci di integrare o sostituire le terapie tradizionali. Secondo i dati presentati da IQVIA, si contano 137 digital therapeutics in fase di sviluppo, 48 disponibili in commercio e 25 in corso di autorizzazione. “Finora, ci si è molto concentrati sulle aree terapeutiche della psichiatria e della neurologia“, specifica Salvioni.
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Nonostante le difficoltà, tanto nel settore medico quanto in altri comparti, gli imprenditori riconoscono la centralità dell’AI nel futuro delle proprie imprese. Una ricerca condotta da Accenture a livello globale e ripresa ad Aixa da Marco Siciliano, managing director di Accenture, mostra infatti come l’84% degli esecutivi (88% in Italia) riconosca nell’intelligenza artificiale un elemento necessario per portare a termine gli obiettivi industriali.
Ad Aixa l’intelligenza artificiale punta a Marte
Nel corso della giornata di Aixa, l’attenzione si è spostata sullo spazio, in particolare verso il pianeta rosso. Igor Ciminelli, membro del Board e communication manager di Swiss Institute for Disruptive Innovation, ha introdotto le principali chiavi di lettura che hanno legato gli interventi relativi alla corsa allo spazio. La nuova space economy avrà come tra gli elementi fondanti proprio l’intelligenza artificiale e sarà, relativamente al contributo tecnologico, di innovazione e personalità coinvolte, meno americanocentrica. “Non serve andare in California”, sostiene Ciminelli. “Aziende leader sono presenti anche in Italia e in Europa“.
Una nuova prospettiva, aperta quindi a nuovi attori, oltre che ai soliti noti. Lo conferma Pietro Veragouth, direttore dell’istituto elvetico. Quello spaziale “sarà il mercato con la crescita maggiore negli anni a venire, con ricadute dirette e indirette su tutti i settori industriali“. Fino a pochi anni fa, prosegue Veragouth, “si trattava di un settore riservato a grandi player, oggi è un settore appannaggio anche di aziende più piccole“. Una storia per alcuni versi simile a quella di Internet, dove i primi investimenti miliardari vennero finanziati da governi e apparati militari. “Dopo aver realizzato le infrastrutture fondamentali, hanno preso il via business paralleli, inimmaginabili fino a pochi anni prima”.
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Un posto d’onore nell’era spaziale ai nastri di partenza è riservato allo sbarco dell’uomo su Marte. Una tappa fondamentale, neanche a dirlo, la ha segnata Elon Musk, dimostrando con la sua SpaceX che arrivarci è possibile e a costi più contenuti di quanto si pensasse. Una volta inaugurata la nuova filiera spaziale, verrà riprodotto, almeno in parte, il sistema economico e produttivo presente oggi sulla Terra. In particolare, le biotecnologie e le tecnologie nel ramo dell’agricoltura avranno un ruolo centrale nello spazio. A sostenerlo è Robert Zubrin, fondatore e presidente di Mars Society ed ex advisor della Nasa e della stessa SpaceX.
Gli fa eco Paolino Piccolo, presidente di ENIAC, compagnia italiana che già da tempo investe nel settore spaziale. “Quando le aziende si trovano a lavorare in un ambito come quello legato allo spazio, stressano elementi e componenti brillanti che riescono, di riflesso, a migliorare la vita anche sul nostro pianeta“. È italiana anche l’idea di Mars City, un centro di ricerca privato che collabori con i principali enti pubblici internazionali e che possa dotarsi – spiega Antonio Del Mastro, presidente della Italian Mars Society, entità italiana dell’istituto di Zubrin – di un simulatore marziano tra i più avanzati al mondo.
AI tra mobilità e sport
La seconda giornata di Aixa negli spazi Ibm si è conclusa con l’analisi del ruolo che l’intelligenza artificiale ricopre nella mobilità e nel mondo dello sport. In particolare, gli interventi di Marko Bertogna, professore ordinario dell’Università di Modena e Reggio Emilia, Holger Weiss, fondatore e CEO di German Autolabs e Gianluca Abbati, vicepresidente del dipartimento Technology & Innovation di Trelleborg, hanno affrontato i temi legati al settore automotive e delle infrastrutture. Gli esperti hanno toccato argomenti centrali, come i veicoli a guida autonoma, l’evoluzione delle infrastrutture, gli assistenti vocali alla guida, il trasporto intermodale e la micromobilità.
In chiusura, non è mancato uno spazio per esaminare l’utilizzo dell’AI nello sport più popolare in Italia e nel mondo: il calcio. Tra i protagonisti, Gian Piero Cervellera, cofondatore di Football Intelligence, già protagonista di un hackathon voluto dal Manchester City di Pep Guardiola per analizzare i dati relativi ai movimenti in campo dei giocatori. Con lui hanno dialogato Bernardo Corradi, tecnico della Nazionale under 17 e fondatore della startup di eSports PLB, e il match analyst Lorenzo Favaro.
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Luca Tonin, ricercatore dell’Università di Padova, ha approfondito l’ambito della neurorobotica. Acquisendo segnali neurofisiologici dell’essere umano, per poi processarli e decodificarli in tempo reale, è possibile trasmettere comandi a meccanismi automatici. Il passo successivo, spiega Tonin, consiste nelle brain-machine interfaces, sistemi che utilizzano i segnali cerebrali delle persone per controllare dispositivi robotici. È intervenuto sul tema anche Francesco Bettella, atleta paralitico e di Cybathlon.
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Paola Castello, fondatrice di Foot Lab, insieme all’artista Fabrizio Longo, hanno discusso dell’importanza dei presidi di sicurezza nello sport, presentando anche un casco innovativo per lo skateboard, molto leggero e funzionale. A concludere la maratona di Aixa, l’intervento del cofondatore della startup Quant4Sport, Luca Malfatti.