La startup Teads è divenuta in 6 anni leader mondiale tra i marketplace di video advertising. La acquisisce per 285 milioni Altice, telco olandese che sta scalando in tutto il mondo (e che con questa exit si prepara ad aggredire il mercato adv soprattutto quello dei contenuti data-driven)
Altice, società di telecomunicazioni nata in Olanda nel 2001 e oggi multinazionale con oltre 30 mila dipendenti ha annunciato, in una nota l’acquisizione della (ex) startup di video advertising Teads. Il valore dell’exit è tra i più alti di sempre per il mercato europeo, certamente il più alto dall’inizio del 2017: 285 milioni di euro.
Cos’è e cosa fa Teads
Teads, startup dal cuore europeo ma fondata a New York nel 2011, ha costruito un proprio asset tecnologico nella pubblicità video outstream ed è oggi il primo video advertising marketplace al mondo. Le soluzioni di native video advertising di Teads includono una serie di formati, come l’inRead, inseriti all’interno di un contenuto editoriale/articolo. Secondo Teads, “questo formato ha letteralmente cambiato le regole del gioco all’interno del mercato della pubblicità video online, creando livelli d’inventory premium senza precedenti”.
Prima dell’exit ad Altice, la startup aveva raccolto circa 130 milioni in 10 round di investimento (fonte CrunchBase). L’ultimo aumento di capitale, del quale non si conosce l’ammontare totale, a dicembre 2016. Tra gli altri numeri di Teads da citare, i 500 dipendenti e i 187.4 milioni il fatturato 2016, +44% rispetto l’anno precedente.
Perché una telco ha scelto una startup di video adv
L’acquisizione di Teads è “un altro elemento cruciale per la strategia di global advertising di Altice“, che – si legge nella nota diffusa dalla multinazionale – “fornirà ai propri clienti soluzioni data-driven basate sulle audience, attraverso piattaforme multi-screen, come tv, digital, mobile e tablet. Inoltre, fornirà una piattaforma pubblicitaria aperta e intelligente all’industria dei media, ai programmatori e ai distributori di programmazioni video multicanale”.
“Grazie anche alle sofisticate capacità di analisi del ritorno dell’investimento – si legge, ancora, nella nota – che fanno leva sui dati relativi agli utenti multiscreen, quest’acquisizione colloca Altice in una posizione unica per far crescere su scala globale la propria piattaforma di advertising e per monetizzare meglio i dati derivanti dall’attività core nelle telecomunicazioni e nel business dei contenuti”.
Non è “solo” un’exit
Ma non è solo un’exit. Peraltro non piace definirla così neanche al management di Teads, che entra nel board di Altice, con il Ceo Bertrand Quesada e l’Executive Chairman, Pierre Chappaz, che congiuntamente a questa operazione diventa nuovo responsabile dell’advertising di tutta Altice.
Tra le righe di questa exit si possono leggere anche tanti scenari. Perché da un lato vi è una telco, con una enorme mole di dati profilati, dall’altra non una semplice azienda di advertising, ma una delle startup leader del native adv, ovvero quella pubblicità che si “adatta” su misura in base al lettore/usufruitore di contenuto digitale. Tradotto: sottesa a questa importante operazione vi è un qualcosa destinato a cambiare un po’ anche il volto dell’editoria digitale. Soprattutto alla luce di quanto già succede in casa Facebook, ad esempio, e della crisi dei modelli di business tradizionali di tutto il comparto editoriale europeo e mondiale.