Avrà inizio alle 15 il vertice tra i 19 ministri delle Finanze. Lo spauracchio da evitare è l’ennesima fumata nera. Ma la decisione vera sarà presa solo dopo Pasqua, tra i 27 capi di Stato e di Governo
“Sono convinto che la storia è con noi. Vediamo quale piega prenderà”. È cedendo alla retorica – suo vecchio vizio – che ancora ieri sera, da Palazzo Chigi, il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ha ribadito la propria ferrea contrarietà al MES in tutte le sue forme, tornando a propugnare l’idea dei covidbond, benché sappia benissimo che mancherebbe persino il tempo e le modalità di attuarli per davvero. Con l’ultima esortazione, “Gli eurobond sono i soli strumenti adeguati a fare fronte all’emergenza che stiamo vivendo. Il MES come ho detto non è al passo coi tempi”, il premier ha però voluto dimostrare di presidiare ancora il tema, dopo aver sprecato l’intera vigilia dell’Eurogruppo impantanato nelle discussioni tra Partito Democratico e Movimento 5 Stelle sul decreto imprese. Discussioni che hanno costretto il Consiglio dei ministri a trascinarsi fino a tarda sera, con oltre 72 ore di ritardo sulla calendarizzazione annunciata dallo stesso Governo.
Il ministro all’Economia Roberto Gualtieri
L’Italia arriva all’Eurogruppo già spaccata
Oggi, alle 15, avranno inizio i lavori dell’Eurogruppo, la riunione tra i 19 ministri delle Finanze del Club comunitario (20, contando il presidente, Mário Centeno) e andrà con ogni probabilità in scena lo scontro tra i rigoristi del Nord e i lassisti del Sud, come ci dipinge certa stampa. Insomma, tra chi si crede cicala e ci accusa di essere formica. Oppure, semplicemente, tra chi è stato colpito più duramente dalla pestilenza del Covid-19 e chi, fortuna sua, è stato preso solo di striscio.
© Mário Centeno
O Gualtieri litiga con l’Eurogruppo o con M5S
Comunque sia, non aiuta il fatto che l’Italia si presenti al vertice spaccata, dilaniata ancora una volta da beghe politiche interne. Col ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, che non ha ricevuto un mandato chiaro a trattare. Sa solo che il Movimento 5 Stelle è contrario pregiudizialmente al MES, al Fondo salva Stati, in ogni sua forma, anche se venisse proposto senza condizioni (oltre, ovviamente, alla necessità di restituire ogni euro ricevuto, perché così funzionano i prestiti). I pentastellati infatti sul tema non vogliono dimostrarsi agli occhi dei propri elettori più morbidi dei partiti sovranisti come Lega e Fratelli d’Italia. Gualtieri sarà dunque costretto a insistere su qualcosa che l’Eurogruppo oggi non potrà certo dargli: i covidbond.
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Per ottenere l’emissione di eurobond bisognerebbe infatti cambiare i Trattati, coinvolgere le altre istituzioni comunitarie e i 27 Paesi dell’Unione in un laborioso processo di ratifica. Ma i soldi servono qui e subito. Tirarla per le lunghe è pericoloso anche e soprattutto per noi. Ma il MES lascia comunque scettici, anche perché si parla di renderne disponibile solo metà delle risorse (poco più di 200 miliardi) e ciascun Paese potrebbe prendere in prestito al più l’equivalente del 2% del Pil. Roma otterrebbe circa 36 miliardi, una somma insufficiente per salvare il Paese dal rischio concreto del fallimento.
Wopke Hoekstra, di spalle
Il fronte dei falchi si è diviso
L’unica nostra fortuna è data dal fatto che anche il fronte dei falchi del Nord si è spaccato. Solo l’Olanda, che oggi sarà rappresentata dal ministro delle Finanze, l’impronunciabile Wopke Hoekstra, persegue la strada del MES alle condizioni che “affamarono” la Grecia perché, dice, passata la tempesta l’Unione europea dovrà andare avanti e potrà farlo solo se avrà i conti in ordine.
Wopke Hoekstra e Roberto Gualtieri
Già finito al centro di numerose polemiche, anche in patria, per avere proposto una indagine su quei Paesi che oggi si ritrovano senza le risorse necessarie per superare la crisi del Coronavirus («Dal ministro olandese parole ripugnanti», la replica del premier portoghese, Antonio Costa) e solo apparentemente pentito («Forse non sono apparso abbastanza empatico»), Hoekstra arriverà al vertice con un solo obiettivo: mettersi di traverso a ogni richiesta italiana e spagnola.
Angela Merkel
© Bundesregierung
La Germania tratterà solo sul MES
La linea di Berlino l’ha ribadita ieri Angela Merkel. «L’Europa si trova davanti alla più grande prova dalla sua nascita», ha detto la cancelliera a Berlino, in conferenza stampa, rispondendo indirettamente a chi, dall’opposizione, la accusa di non essere consapevole della situazione contingente e di chiedere in modo anacronistico troppo rigore ai Paesi mediterranei. «Una grande prova per la salute, tutti i membri sono colpiti – ha aggiunto -, uno shock simmetrico, come si dice in gergo tecnico».
Il titolo di un articolo pubblicato sulla Bild Zeitung
Attualmente Merkel deve vedersela con i media, che la accusano di essere ben poco solidale e persino con i rappresentanti dell’industria dell’auto, che le hanno ricordato – pare – l’importanza del partner italiano e, soprattutto, del nostro mercato, per le Case automobilistiche tedesche. Insomma, se Roma piange Berlino avrà ben poco da ridere. Ma la Cancelliera ha dalla sua l’opinione pubblica. Dopo lunghi mesi di declino in vista dell’annunciata uscita dalla scena politica per il 2021, senza per ora un chiaro erede alla guida della Cdu, il modo in cui sta gestendo la crisi del Coronavirus e in particolar modo in cui sta arginando le insistenze di Roma, Parigi e Berlino, ha riportato il suo gradimento fra il 32 e il 35%, dicono i sondaggisti. E tanto le basta per chiedere fermezza al proprio ministro delle Finanze.
Angela Merkel
© Bundesregierung
L’offerta tedesca
Nella serata di ieri è intervenuto anche Olaf Scholz, che ha parlato della possibilità di raggiungere “una posizione comune” sull’utilizzo del MES senza condizionalità a sostegno dei Paesi più colpiti dal Coronavirus, a partire da Italia e Spagna. L’ammontare dei prestiti, ha spiegato, potrebbe arrivare al 2% del Pil e i finanziamenti sarebbero concessi senza alcuna condizione e senza controlli né dei “commissari” europei né della “troika”, con l’unico obiettivo di sostenere la lotta contro la pandemia e “la stabilizzazione dell’economia”.
Scholz ha sottolineato che al MES verrebbe affiancato l’intervento della BEI (la Banca europea degli investimenti) e del nuovo programma SURE della Commissione per ciò che riguarda i fondi a copertura della cassa integrazione. Con questo Berlino spera di silenziare “le grandi discussioni” su altri strumenti quali i coronabond e di iniettare “aiuti diretti che funzionano immediatamente”.
Sul piatto mezzo triliardo. Roma ne chiedeva il doppio
Questo vuol dire che Roma, Parigi, Madrid, Atene e Lisbona potrebbero vedere comparire sul piatto 240 miliardi del MES, 200 miliardi dalla BEI oltre i 100 miliardi della cassa integrazione europea SURE. Cinquecentoquaranta miliardi di euro da spartire tra tutti i 27 Stati membri. C’è un problema: il fronte del Sud ne aveva chiesti almeno il doppio. Accontentarsi di pochi, maledetti e subito oppure sarà il caso di incaponirsi a oltranza? Potrebbe soccorrerci la Francia, che insiste perché la proposta di quel fondo temporaneo ed eccezionale di solidarietà per mutualizzare i debiti avanzata ieri dai commissari Paolo Gentiloni e Thierry Breton “sia nel pacchetto iniziale Ue, altrimenti non daremo l’assenso al pacchetto globale”.
Un Eurogruppo spalmato su più sedute?
Anche per questo, per non creare insanabili spaccature e non terrorizzare ulteriormente i mercati, è già stata ventilata l’ipotesi che l’Eurogruppo venga suddiviso tra più sedute. Oggi, insomma, dagli organizzatori stessi è dato come altamente probabile che i 19 ministri delle Finanze non riescano ad addivenire a un accordo comune sugli strumenti economici da usare per fare fronte alla crisi post pandemica. Già rinviata a dopo Pasqua la riunione dei 27 capi di Stato e di governo inizialmente prevista per giovedì. Solo in quella sede sarà presa la decisione finale. E pensare che istituzioni comunitarie come Parlamento europeo e Commissione erano state previste proprio per evitare che a comandare fossero i singoli esecutivi nazionali. La sconfitta dell’Unione europea è tutta cristallizzata qui.