La startup torinese sta lanciando un software di computer vision e si è aggiudicata il Premio Nazionale Innovazione, riconoscimento che valorizza la ricerca accademica. Intervista al Ceo Antonio Tavena: «Oggi l’AI dà la parola alle macchine, noi vogliamo dargli gli occhi»
«Nel 2023 si è parlato di larga language model. Nei prossimi anni credo si parlerà molto di deep learning». Da quel 30 novembre 2022, quando Sam Altman ha pubblicato la notizia sulla disponibilità del software ChatGPT, molte cose sono cambiate. L’AI si è conquistata l’attenzione non soltanto delle aziende, ma anche dei governi. «Il Natural Language Processing, di cui oggi si discute tanto soprattutto grazie a ChatGPT, si concentra sulla comprensione del linguaggio umano, ed è anch’esso un campo dell’intelligenza artificiale. La Computer Vision, che è il tema di Focoos, si occupa invece di analizzare immagini e video». Antonio Tavera è il Ceo di Focoos AI, la startup che ha vinto il Premio Nazionale Innovazione 2023, assegnato nei giorni scorsi a Palazzo Lombardia (qui trovate tutte le finaliste). La startup sta sviluppando un SaaS (Software as a Service) che dovrebbe essere disponibile sul mercato a metà del 2024. L’obiettivo: dare gli occhi alle macchine grazie all’AI.
Startup da laboratorio
Classe 1993, Antonio Tavera è di origini sarde, ma da oltre dieci anni vive e lavora a Torino, dove ha studiato. «L’azienda di fatto è nata all’interno di un laboratorio del Politecnico di Torino. Io e Fabio Cermelli (Cto di Focoos, ndr) eravamo dottorandi in intelligenza artificiale quando ci è venuta l’idea nell’aprile 2022». Nello stesso anno è stata fondata la società che ha vinto il PNI 2023. A che cosa sta lavorando l’azienda? «Stiamo sviluppando un software che crea reti neurali specializzate nella visione artificiale. Ogni qualvolta che ci sono telecamere in grado di raccogliere immagini e video, si potrà usare questo software, ad esempio, per individuare anomalie». Tecnologie di frontiera, su cui anche la politica si è attivata.
Negli scorsi giorni in sede UE si è raggiunto un accordo tra i Paesi membri intorno all’AI Act, il primo pacchetto di misure al mondo che tenta di regolare il settore dell’intelligenza artificiale. Il commissario al mercato interno Breton ha evidenziato che si tratta di una legge che fungerà da trampolino di lancio per le startup e i ricercatori all’interno dell’Unione Europea. Focoos AI opera al momento in uno dei segmenti tech più competitivi a livello globale e, stando al suo Ceo, ha come obiettivo quello di «rendere intelligente ciò che magari adesso non può esserlo». Così gli abbiamo chiesto qualche esempio in più sull’utilizzo futuro del software.
Costruire reti neurali
«Un’applicazione potrebbe essere quella di un’agenzia aerospaziale che lancia satelliti in orbita per mappare il territorio. Ad oggi deve scaricare i dati e analizzarli da terra. Noi crediamo che questa analisi sarebbe più efficiente se effettuata direttamente sul satellite, abilitandone la visione artificiale». Sulla space economy, di recente, abbiamo riscontrato parecchio interesse da parte dell’Agenzia Spaziale Italiana per quanto riguarda l’apporto innovativo delle startup in un mercato che all’anno, solo nel nostro Paese, muove 2 miliardi di euro.
«Un altro possibile utilizzo del nostro software riguarda la costruzione delle proprie reti neurali: un’azienda che fa analisi di immagini satellitari ha già i modelli di AI, ma consumano tanto in termini energetici». Secondo il Ceo Tavena allo stato attuale si discute ancora poco dell’inefficienza dell’intelligenza artificiale, forse anche perché in molti ne stanno iniziando a conoscere soltanto oggi le potenzialità. «Abbiamo un team con all’attivo più di 400 pubblicazioni nel settore AI». Non si parla mai abbastanza di quanto sia importante che dalle università sboccino idee di impresa. Questa è del resto l’obiettivo di PNICube, che mira a valorizzare la ricerca scientifica. «Prima di fondare Focoos AI ci mancavano determinate competenze. Nessuno ci aveva mai preparato a fondare una startup».
Il team della startup torinese conta su sei persone e l’azienda ha finanziato una posizionate di dottorato, oltre ad aver avviato il processo per l’assunzione di figure business e sviluppo software. Il pre seed è stato di 335mila euro e si attende la chiusura del round seed nel 2024, in occasione proprio del lancio sul mercato. Non è improbabile che dal prossimo anno prosegua l’hype sull’AI, anche se su questo argomento lo stesso Ceo di Focoos AI ha qualcosa da dire: «Se ne parla molto, alcune aziende dicono di aver trovato qualcosa di rivoluzionario, ma magari dietro c’è semplicemente una API di ChatGPT. L’intelligenza artificiale diventerà senz’altro un qualcosa alla portata di tutti. Inizieremo a non accorgerci della sua esistenza. L’aver vinto il PNI 2023 ci ha dato soddisfazione, perché non siamo una startup che usa l’AI. Noi la sviluppiamo».