Continua il viaggio tra le startup di un mercato che in Italia vale 118 milioni di euro. Dopo l’agritech uno sguardo sul mondo della salute, tra opportunità e rispetto delle normative. Abbiamo intervistato due aziende – Skyproxima e ABzero – per capire come i droni possono fare la differenza
Il settore della drone economy in Italia sta crescendo, ma resta ancora di nicchia (e per ragioni non sempre di carattere tecnologico). Stando agli ultimi dati pubblicati dall’Osservatorio Droni e Mobilità Aerea Avanzata della School of Management del Politecnico di Milano, le aziende attive sono oltre 700 per un mercato complessivo che nel 2022 valeva 118 milioni di euro (+20% rispetto al 2021). Dopo avervi fatto una panoramica del segmento agritech con storie di startup che fanno decollare i droni nei vigneti e nei campi, fornendo servizi che rendono chiari lo stato di salute delle piante e il bisogno effettivo di acqua, ci spostiamo in un comparto completamente diverso, dove le attività al momento si limitano a test pilota. In questa puntata parliamo di come i droni si stanno affacciando al mondo della sanità, offrendo il trasporto e la logistica di organi, sangue e medicinali.
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Skyproxima
«Il nostro obiettivo è creare un’infrastruttura nella quale il drone rappresenta il 15% del contesto operativo». A StartupItalia Daniele Gulic ci ha raccontato l’esperienza di Skyproxima, startup con sede a Trieste fondata nel 2019. Il suo focus non è soltanto sul comparto sanitario, ma è su questo che si stanno sviluppando scenari interessanti. A Coventry, città vicino a Birmingham in Inghilterra, è stato inaugurato uno dei primi vertiporti in Europa nel quale Skyproxima è coinvolta in maniera diretta. «Abbiamo sviluppato una partnerhsip esclusiva in ambito sanitario». Vale a dire che, quando sarà pronta, l’azienda gestirà tutta la filiera logistica legata al trasporto di materiali così delicati.
Sulla drone economy sono attive divese Big Tech: negli Stati Uniti, ad esempio, Amazon e Walmart si sfidano da anni per portare merci a casa dei clienti facendo decollare queste macchine volanti autonome. Ma il settore non si può ridurre al semplice spostamento da un punto A a un punto B. Soprattutto quando si parla di spostare sangue, organi e medicinali. «Il vertiporto è l’elemento fondante dell’infrastruttura – spiega Gulic -. Poi c’è l’aspetto significativo che è dato dal contenitore». Si comprende facilmente che materiali così delicati debbano essere trattati in una maniera sicura e in linea con la normativa. «Costruiamo droni, mentre per il contenitore ci siamo appoggiati a un partner che l’ha sviluppato per mantenere la temperatura interna controllata. L’assicurazione dell’integrità biologica è superiore al 98%».
Skyproxima, che sta effettuando due diligence con potenziali investitori internazionali, conta al proprio interno un team di 15 persone, tra le quali un ingegnere aerospaziale e un esperto della nuova logistica che collabora con il MIT di Boston. Il trasporto del sangue, organi e medicinali deve però tenere conto di un altro fattore imprescindibile, collegato alla normativa e alla sicurezza. «Stiamo seguendo con ENAC (Ente Nazionale per l’Aviazione Civile, ndr) un percorso in questo senso». L’auspicio è che, provate da tempo la bontà e l’efficacia della tecnologia, il paese non perda quest’occasione per accelerare il cambiamento nella sanità. «Non c’è bisogno di dimostrare il volo di un drone: L’innovazione è già pronta e sicura».
La startup di Trieste nel frattempo sta avviando collaborazioni in altri paesi come Marocco e Arabia Saudita. Nei contesti in via di sviluppo, i droni potrebbe essere un elemento innovativo fondamentale nel trasporto di sangue per far fronte all’isolamento infrastrutturale di alcuni centri abitati. «Siamo in una fase di sviluppo, abbiamo quattro velivoli con i quali stiamo conducendo i test operativi. Fino al 2024 ci sarà una produzione in house e un parco volo che andrà dai 50 ai 150 velivoli». La salute non sarà l’unico verticale. «Gli aerotaxi non credo arriveranno prima del 2030. Nel frattempo stiamo cercando di inaugurare un vertiporto all’interno dell’aeroporto di Gorizia che servirà da hub per mettere in comunicazione Austria e Slovenia. Grazie a un’autonomia fino a 12 ore servirà pure al monitoraggio anti incendio».
L’offerta – per quanto ancora di nicchia – si sta strutturando. Ma qual è il polso sulla domanda? «Abbiamo già avuto molte richieste dagli ospedali: c’è urgenza nell’attivare questo servizio di droni. Il gap da colmare, di nuovo, è dato dalla normativa e dall’ENAC che deve agevolare l’avvio. Anche perché gli altri paesi stanno andando velocemente». Ma qual è l’opinione sul settore dall’osservatorio di Skyproxima? «Ci sono aziende che pensano al drone, al contenitore, all’infrastruttura software. Con uno spacchettamento di questo tipo non vedo grandi possibilità di penetrare il mercato. Noi abbiamo scelto un approccio totale, cercando di siglare partnership strategiche».
ABzero
Nel nostro viaggio alla scoperta delle startup della drone economy abbiamo poi intercettato ABzero, già nota ai lettori di StartupItalia. Di recente lo spin-off della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa ha raccolto un round da 200mila euro. L’azienda ha sviluppato una capsula in grado di trasportare sangue, emocomponenti e farmaci in un ambiente controllato e sicuro. «La nostra è una soluzione di drone delivery: facciamo risparmiare il 50% dei costi diretti e moltissimi costi indiretti», evidenzia Giuseppe Tortora, Ceo della startup.
«L’esigenza principale è dei medici», evidenzia Tortora rimarcando il fatto che domanda e offerta di trasporto di sangue di droni si potrebbero già incontrare attivando cicli virtuosi per il bene dei pazienti in Italia. «Noi abbiamo puntato sulla capsula, che mantiene la temperatura e un continuo monitoraggio dei parametri. Abbiamo già tre clienti attivi: l’ospedale San Raffaele a Milano e gli ospedali di Torino e Livorno». Ma quali sono le procedure?
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«In Italia serve far domanda all’ENAC: in 90 giorni si ha l’esito. Il mercato si è aperto, dobbiamo solo dimostrare che ci siano soluzioni tecniche». Al momento la tecnologia di ABzero è in grado di trasportare in sicurezza fino a 4kg di materiale. «Ma cambiando drone si può passare anche a 30 kg». Stando ai dati dell’Osservatorio Droni e Mobilità Aerea Avanzata della School of Management del Politecnico di Milano, le principali applicazioni di droni in Italia riguardano ispezioni e sopralluoghi (43%), sicurezza e sorveglianza (18%) e ricerca-soccorso (12%). La salute, si capisce, è un terreno ancora in buona parte da esplorare, ma da una nicchia può consolidarsi un settore in grado di crescere.