Un laboratorio segreto, nascosto nella gelida Alaska. Facciamo parte di un team che deve portare periodici rifornimenti agli scienziati che ci lavorano, impegnati su chissà quali ricerche. Il periodo storico è quello della Guerra Fredda, saccheggiato dall’immaginario pop con narrazioni alternative, che sfociano nello sci-fi e nel paranormale. Edge of Sanity ci catapulta in un mondo lovecraftiano, angosciante e spietato. L’obiettivo non è soltanto sopravvivere, ma non perdere la testa viste le mostruosità con cui ci si dovrà confrontare.
Edge of Sanity, la recensione
Sviluppato da Vixa Games, Edge of Sanity è un survival horror con elementi gestionali in schermate a scorrimento orizzontale. L’aspetto che cattura fin da subito è la direzione artistica: al netto dello stile cartoon, con colori sgargianti stile fumetto, gli scenari raggelano il sangue. Morte, distruzione, sangue, esperimenti finiti molto male. Disponibile in italiano su tutte le console e PC, rappresenta un prodotto indie intrigante, votato non tanto al combattimento, ma a una prudente esplorazione.
Come suggerisce il titolo Edge of Sanity è una discesa in un inferno gelato della mente. L’Alaska è fredda, buia e piena di minacce. Che ci si trovi all’interno di un laboratorio, o in mezzo a una foresta con una torcia in mano, le schermate che si attraversano possono mostrarci orrori a ogni passo. Ben riuscito infatti il bilanciamento tra le zone “illuminate” e quelle al buio, con i giochi delle ombre a suscitare di continuo l’ansia nel gamer.
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L’obiettivo in Edge of Sanity è mantenere la ragione, senza che i membri della squadra inciampino di continuo in scene troppo dolorose o scioccanti. Ogni spedizione li immerge del resto in un teatro degli orrori, situazioni che evidentemente scuotono la psiche. La conseguenza è l’aumento di una barra specifica, il livello di follia che a un determinato punto può condurre alla morte.
Edge of Sanity richiede un ottimo lavoro di accumulo di oggetti e risorse nell’inventario e una saggia strategia per affrontare e in molti casi evitare i pericoli (in altre parole: bisogna andare di stealth). Lo scontro in campo aperto non è quasi mai la soluzione, anche quando si è ben armati. Il doppiaggio in inglese è ben riuscito, così come l’audio design che irrobustisce l’esperienza, iniettando la giusta tensione. Per quei gamer che non si sentono mai pronti per survival horror più tosti e realistici, l’indie è un ottimo banco di prova per farsi coraggio e affrontare l’orrore dalla giusta distanza.