Su StartupItalia è tempo dei nostri best of: rileggi le migliori storie raccontate nel 2023. Scopri le storie di innovatrici e innovatori che ci hanno accompagnato in questi dodici mesi. Il modo migliore per rivivere l’anno appena trascorso assieme
Ogni lunedì e mercoledì dell’anno abbiamo intervistato i protagonisti dell’ecosistema dell’innovazione. Un viaggio imperdibile. Rileggi anche i best of dedicati ai giovani protagonisti di Venti di Futuro, alle Unstoppable Women, ai VC, alle innovatrici e innovatori d’Italia, ai distretti dell’innovazione.
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Agata Aguzzi
In una città, Fano, dove è attivo un centro studi vitruviano attorno alla figura del famoso architetto romano, in tanti incrociano le dita. «Stiamo cercando questa Basilica da 500 anni – spiega l’archeologa Agata Aguzzi -. Nel trattato De Architectura, dove detta i canoni, Vitruvio scrive della Basilica che ha costruito nella colonia di Fano. Non ha nulla a che fare con un luogo di culto religioso: è un edificio pubblico romano. La descrive con all’interno grandi colonne di ordine gigante. Diversi archeologi utilizzano il georadar: permette in maniera molto semplice di veder cosa c’è sotto il livello del terreno». Ma, come ricordato dall’esperta, questo non è un lavoro praticato soltanto sul campo. La tecnologia dà una grossa mano anche per catalogare e tenere le informazioni sotto controllo. «Per Fano stiamo utilizzando pyArchinit, un software open source disponibile gratuitamente. Serve per la gestione dei dati archeologici».
Luciano Floridi
Ogni giorno i media affrontano il tema dell’intelligenza artificiale e la narrazione è spesso catastrofica. «Se non poniamo le domande giuste avremo risposte sbagliate». Il professor Luciano Floridi è forse il massimo esperto mondiale di etica dell’intelligenza artificiale. Da tempo si occupa dell’impatto dell’informatica e dell’attività digitale nella vita delle persone. «Dobbiamo riflettere sui compiti che stiamo delegando all’AI. Nel dibattito manca l’attenzione sull’allocazione della responsabilità. Quando, non se, ci saranno dei problemi, chi si assumerà la responsabilità? Se sarà un algoritmo a negarmi un mutuo, con chi potrò prendermela? Se l’assicurazione non mi liquida perché è un’intelligenza artificiale che gestirà il processo, come facciamo? Su questo c’è molto da fare. Se ho un incidente stradale, esistono regole e procedure chiare, vorrei che ci fosse la stessa attenzione anche nel campo dell’AI».
Jago
«Nel mio staff preferisco avere chi ha fallito. Perché noi domani cadremo. E solo così avrò l’aiuto di chi è già caduto». Dietro di sé Jago ha un blocco di marmo alto parecchi metri, pesante 26 tonnellate. Lì dentro c’è la sua prossima opera. «Amo lavorare da solo. Se pensi invece a Bernini o a Canova avevano a disposizione centinaia di operai». StartupItalia ha intervistato uno degli artisti e scultori italiani più apprezzati e famosi. Abituati a scrivere di app e tecnologia sul nostro magazine, non è stato comunque difficile approcciarsi per pochi istanti alla quotidianità ritmata da martello e scalpello. Un mestiere antico che Jago ha scelto di non confinare all’offline. Parte del suo successo è nato grazie ai social, alle prime condivisioni su Facebook e prosegue oggi con i video su TikTok. «Conservo un desiderio del fare che mi serve».
Mirko Lalli
C’è chi non smette di pensare alle vacanze. Perché le ferie degli altri sono il suo lavoro. Stiamo parlando dei destination manager e di tutti quei professionisti che si occupano di promuovere mete e città al pubblico nazionale e internazionale. «Oggi il dibattito riguarda la sostenibilità e il bilanciamento tra turisti e cittadini. Si stanno sviluppando modelli di analisi per misurare il sentiment di chi viaggia e di chi è residente. Mi ha colpito l’obiettivo che si è posta Amsterdam: resident first». StartupItalia ha intervistato Mirko Lalli, Ceo e Founder di The Data Appeal Company, azienda innovativa con sede in Nana Bianca a Firenze e specializzata nel campo dell’AI. «Stiamo costruendo uno strumento pensato per i destination manager, figure che devono raccogliere le esigenze degli stakeholder, costruire piani di promozione e sostenibilità turistica, cercando anche di capire come spalmare al meglio i flussi».
Noemi Mariani
I più cinici faranno spallucce: è il mercato, bellezza. Nel frattempo la libreria di annunci si popola giorno dopo giorno, ora dopo ora, con proposte di affitto o vendita. In alcuni casi, appartamenti stupendi. D’altronde Milano fa rima con design. Ma in altri, bastano le immagini. Monolocali spacciati come open space, situazioni igienico-sanitarie precarie, letti singoli ricavati in ripostigli. La capitale delle startup è anche la capitale dei fuorisede, degli studenti, dei giovani lavoratori, di chi viene nel cuore della Lombardia produttiva alla ricerca di un sogno, di un titolo di studio. E poi fa i conti con la realtà. «Io sono una milanese sfigata. Pur avendo la famiglia di qua non ho ereditato nulla». I tratti della milanese imbruttita, Noemi Mariani, li ha tutti. Fa la content creator e non le manda mai a dire. Basta fare un salto sulle sue “recensioni” di TikTok, in cui commenta gli annunci dell’ultima imperdibile offerta a due passi dalla fermata della metropolitana, comodissima per gli studenti. «Sono incazzata con la mia città. Quando ho lanciato il format Case da incubo non pensavo facesse così ridere».
Massimo Moretti
Due delle stampanti 3D realizzate a Massa Lombarda, in provincia di Ravenna, sono finite nel set di “Black Panther: Wakanda Forever”, la pellicola Marvel dedicata a uno dei supereroi più votati alla tecnologia. Purtroppo soltanto un occhio esperto potrebbe notare la presenza in scena di un’eccellenza artigianale del made in Italy all’interno del laboratorio di Riri Williams. «Quando ero giovane non c’erano tantissime strisce a fumetti di Black Panther, ma mi piaceva come personaggio». Massimo Moretti fa tanti mestieri insieme: inventore, tecnologo, artigiano, imprenditore. Nel 2012 ha fondato insieme a un gruppo di ragazzi WASP, società che costruisce stampanti 3D con l’obiettivo visionario di pensare alla casa come diritto di nascita: le loro macchine sono in grado infatti di sfornare abitazioni, utilizzando materiali naturali derivanti dalla ceramica. «Noi lavoriamo per risolvere questo problema, molto più grande di noi. Ma impegnarsi è già una vittoria».
Mariangela Pira
«Sicuramente avvalersi della figura del consulente di impresa è una buona strategia, al fine di rispondere in modo reattivo a fattori esterni come la guerra. Il problema è che chiaramente nessuno sa quanto durerà: sono enigmi ai quali è molto difficile rispondere». La giornalista Mariangela Pira, esperta di economia ed esteri, ci ha spiegato come leggere l’attualità con un linguaggio semplice e chiaro. «Il consiglio che mi sento di dare è di essere sempre informati: se fai innovazione non puoi prescindere dall’informazione e la devi condividere all’interno della tua azienda. Anche la figura del risk manager è centrale in questo scenario: molte aziende non sono assicurate e dovrebbero capire che assumere un profilo del genere non costa niente se paragonato ai costi per i danni in cui potrebbero incorrere. Questo è un problema principalmente italiano perché, per questioni culturali, tendiamo a non assicurarci. Si deve, invece, guardare a un approccio più olistico e non ragionare più per silos».
Chiara Spinelli
«Il giorno del primo ping in quella stanza c’era soltanto un tecnico. Il capo della ricerca, Luciano Lenzini, era al piano di sopra, già al lavoro su altri progetti. Quello era un test: nessuno si sarebbe immaginato il futuro di internet. E infatti non ci sono nemmeno documentazioni fotografiche». Chiara Spinelli è responsabile della segreteria per la comunicazione dell’IIT-CNR. StartupItalia l’ha intervistata perché dal 2023 ha dato il via a una serie podcast che vuole raccontare la scienza con la voce e la competenza di ricercatori e ricercatrici del CNR. Si chiama Bit by Bit, e prende il nome proprio dall’unità di misura fondamentale dell’informatica. «La ricerca è fatta da tante piccole cose».
Chiara Valerio
«Vedo culti. Li ascolto. Usiamo per le macchine un linguaggio che fino a un certo punto abbiamo usato per fenomeni religiosi o magici». Chiara Valerio è una matematica, autrice di diversi saggi come quello da poco pubblicato da Einaudi, “Tecnologia è religione”, nel quale affronta alcuni dei temi più interessanti della nostra epoca. Partendo dal quotidiano, il proprio, dialogando con il lettore tra ricordi e riflessioni sul futuro. In un momento in cui ChatGPT domina il dibattito sulla tecnologia qual è il modo migliore per discuterne, senza scadere in banali estremismi? Valerio ci invita a riflettere sul ruolo dei limiti, i nostri. «Tecnologia è religione se ci dimentichiamo che la limitatezza è l’unica possibilità di conoscenza, senza sgomento, che abbiamo».
Biao Xiang
Il professor Biao Xiang ha studiato sociologia all’Università di Pechino e dopo un Phd all’Università di Oxford è rimasto alla facoltà inglese per insegnare antropologia sociale. Il suo ultimo libro “Self as method. Thinking Through China and the World” ci aiuta ad interpretare le trasformazioni della Cina. «Ciò che sta accadendo in Cina avrà sicuramente un profondo impatto sulla globalizzazione. In primo luogo, penso che la globalizzazione sia diventata così profonda e complicata, che è impossibile tornare davvero al tempo pre-globale in cui ognuno considera la propria comunità locale o stato-nazione come l’universo. In secondo luogo, si verificherà un certo grado di disaccoppiamento economico tra la Cina e l’Occidente e forse anche in altre parti del mondo. In terzo luogo, l’integrazione economica in altre parti del mondo diventa più complessa».